Fulvia De Benedittis, Sandra Fersurella, Silvia Presciuttini,
Un punto di vista junghiano sulla terapia di coppia.
Psicobiettivo Vol. XXXIV, Franco Angeli, Milano, 2014.


Abstract
Nella relazione di coppia è importante considerare come l’incontro e l’innamoramento siano fondati su una fantasia condivisa. Si tratta di una fantasia ricca di proiezioni provenienti sia dall’inconscio personale, sia da quello transgenerazionale che da quello archetipico.
Una specificità dell’approccio junghiano risiede nello studio delle dinamiche di tipo archetipico, laddove nell’archetipo si esprimono costanti dei comportamenti e dei vissuti umani, che emergono nelle immagini provenienti dall’inconscio.
Il campo della terapia di coppia impegna particolarmente il terapeuta ad uno sguardo aperto alla complessità dell’interazione. Lo sviluppo della teoria junghiana ci porta a considerare come i mondi interni dei singoli entrino a far parte di uno spazio terzo, una costruzione intersoggettiva inconscia. Nella terapia di coppia sono giocati nella terza area tutti gli aspetti dell’inconscio personale e archetipico dei due partner e dell’analista.
Tradurre le emozioni in immagini, plasmare la materia sono aspetti fondanti della terapia junghiana. Tramite “l’immaginazione attiva” e il “gioco della sabbia” si può, così, dare avvio nel campo analitico con le coppie a un processo innovativo di visibilità e pensabilità delle emozioni. E questo consente di intravedere la possibilità di un cambiamento, attraverso la “revisione della storia” e la creazione di una nuova narrazione.